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Cum sociis natoque penatibus et magnis

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    Più Achille per tutti!

    L’essere mamma è la condizione femminile più invidiabile da parte di un uomo. O almeno l’unica direi per cui provo invidia. Il sentire crescere una vita dentro di sé deve essere davvero un passaggio meravigliosamente traumatico. Il diventare madre o padre ha in sé un grande vantaggio: ti catapulta negli anni infantili, o quasi. Ritorni bambino nei vari “gu-gu-gu” e ti ricordi di come eri.

    La casa dovrebbe assorbire questa novità e non solo nella cameretta: l’arrivo di un nuovo essere dovrebbe infatti colmare tutti gli spazi. Il senso del gioco e di stupore che appartiene all’infanzia è sempre una risorsa all’interno di un progetto di architettura.

    Quest’anno si celebra il centenario dalla nascita del Maestro in questo campo, uno dei padri del design italiano: Achille Castiglioni, che ho avuto la fortuna di conoscere durante gli anni universitari. Forse il nome non dice molto ma la maggioranza dei suoi oggetti sono dei classici. Lo conobbi che era, credo, quasi novantenne. Era in aula magna ad illustrare una vita di progetti. Stava sulla cattedra. Letteralmente “sulla”, con le gambette penzoloni che faceva oscillare come un bimbetto furbo.

    Tutti i suoi progetti sono pieni di ironia e senso del gioco perfettamente in linea con quel bimbetto attempato. Ho sempre ammirato la sua capacità di fare oggetti così ironici, sempre moderni ma al contempo classici, perché non legati alle mode del tempo.

    Castiglioni aveva la qualità innata di non prendersi troppo sul serio e il ricordarsi che siamo stati tutti bimbi, architetti e designer compresi, dovrebbe aiutare a sorridere di noi e a ricordarci che le finestre non sono fatte per garantire il giusto rapporto di illuminazione e ricambio d’aria ma come diceva mio figlio a 4 anni “per guardare le stelle”. Adesso che di anni ne ha 8, ho paura a chiederglielo.

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