La cura dei luoghi
In questi ultimi due mesi le case e gli ospedali sono stati i luoghi principalmente occupati. Nel primo caso lo spazio è quello dell’attesa, dell’operatività singhiozzante, del riparo dal pericolo; il secondo luogo rappresenta invece l’accelerazione, l’efficienza lavorativa e l’esposizione alla malattia.
Riflettiamo sugli ospedali. Corridoi interminabili, luci giallo verdastre in pieno giorno che fanno sembrare malato anche il familiare in visita e stanze per i degenti considerate solo in termini quantitativi. Quanta luce deve entrare? Quanti ricambi_ora dell’aria? Quanti metri quadri deve essere la stanza? Quanto devono essere grandi i bagni?
La schiavitù normativa quando è il fine e non il mezzo, seppur necessario, produce mostri: luoghi in cui non è piacevole stare neppure per poco tempo, figuriamoci lavorarci.
Sanatorio di Paimio. Una delle stanze dei degenti
I finlandesi Alvar Aalto e sua moglie Aino hanno insegnato a tutti come si costruisce un luogo di cura. E l’hanno fatto nel 1929, col sanatorio di Paimio. Bisognerebbe ricordarsene sempre, dato che di norma gli ospedali di ogni città sono deprimenti, se non depressogeni. E lo sono perché hanno perso la possibilità di usare l’architettura come strumento di cura e coadiuvante medico.
Vero è che fino al secondo dopoguerra aria e sole furono i principali strumenti contro la tubercolosi. il sanatorio degli Aalto non a caso prevede vetrate enormi rivolte a sud per i degenti, sei balconate per elioterapia da ventiquattro letti ciascuna e una terrazza per bagni di sole posta all’ultimo piano.
Lo studio coloristico dei lunghi corridoi di degenza
Ma non si sono limitati a questo. Si sono messi letteralmente nei panni del degente, anzi nel suo letto. Massima attenzione è andata ai soffitti, che erano la cosa che avrebbero guardato di più, e ai colori. Ed ecco che per ogni lunghissima ala del sanatorio proposero uno studio cromatico specifico per i soffitti. E in generale toni più freddi, dall’effetto calmante, nelle stanze dove i pazienti erano costretti a stare per lunghe ore. E giallo per l’ingresso e le scale principali per portare il sole e la gioia laddove sorge e cresce a stento. Gli Aalto pensavano che i colori potessero contribuire alla terapia.
Ecco adesso ripensiamo ai nostri ospedali cittadini. E a quanto lavoro ci sarebbe da fare per rendere piacevoli gli ambienti per i degenti e per gli operatori sanitari.
La hall di ingresso e il vano scale principale
in copertina: Sanatorio di Paimio. Le ali della degenza e i terrazzi per elioterapia, trasformati poi in uffici